Perrenland Zombie Apocalypse

Incipit

Le Perrenland sono state per secoli un luogo di testarda indipendenza dal resto delle Flanaess. Arroccati tra imponenti montagne e un enorme lago che li divide dalle steppe dei nomadi, i suoi cantoni hanno conservato per millenni cultura e tradizioni, immutabili nel tempo. Esistono solo tre vie comuni per accedere alle Perrenland: Via acqua con imbarcazioni quando il lago Whyestil non è ghiacciato (o slitte altrimenti) o attraverso la sua più grande arteria commerciale il fiume Velverdyva, ad est; via terra a nord ovest, ma il valico tra i monti è pericoloso e confinante con i luoghi sacri dei nomadi, ora in mano al Vecchio. A sud, il passo porta nella turbolenta Ket, ma in inverno anche questo passo è inaccessibile per via della neve.
Il cuore pianeggiante delle Perrenland ha subito l'influsso dell'lmpero Aerdy del quale è stato vassallo per secoli, con le sue strutture squadrate e le strade di sasso. Popolazioni di varie etnie e culture si sono fuse nelle valli, autoctoni Flan, Oeridian dell'impero, Baklunish dell'Ovest. Nei monti sono ancora presenti tribù autoctone, votate a una religione sciamanica e al culto dei morti, e a rappresentazioni antropomorfe di fenomeni naturali come il sole, la notte, la madre terra. Questi ultimi sono stati adorati come dèi dagli Oeridian invasori, e la loro forma modellata su quella dei propri. Il sole è divenuto Pelor, la notte e il gelo Nerull, madre terra Berei. Per quanto riconosciuti con lo stesso nome, il culto delle tribù autoctone delle montagne è assai diverso da quello strutturato delle valli. Nessun tempio, ma solo capanne di adorazione in cui vengono effettuati sacrifici di bestiame e di frutti della terra. Alcuni rituali di passaggio, soprattutto quelli dedicati a Nerull, sono considerati troppo cruenti per la gente della valle. I montanari hanno la pelle scurissima, spesso coperti da tatuaggi e scarificazioni, e dediti per lo più a pastorizia. Nelle valli, le città hanno sviluppato forme avanzate di agricoltura ma la pastorizia è rimasta il cardine della loro economia.
E' forse una fortuna che le Perrenland siano cosi isolate. Pochi giorni fa, nel cuore dell'inverno, un pastore febbricitante è arrivato alle porte di Krogmud, un piccolo paese di montagna costruito all'interno di antiche mura, nato come avamposto Oeridian durante la colonizzazione e poi divenuto alloggio di un piccolo lord bandito al servizio di Iggwilv, la necromante. Sin dall'indipendenza dello stato confederato, Krogmund è diventato un luogo di ritrovo per le famiglie del clan Aldrecht. In pieno inverno, le strade fangose del villaggio erano gremite di persone e di bestiame, in attesa della fine della stagione. La malattia si è diffusa a macchia d'olio in pochi giorni, ma i primi non-morti sono stati bruciati e gettati fuori dalle mura. Purtroppo altri non-morti arrivarono a Krogmund, che intanto raccoglieva i fuggiaschi dei capanni e delle fattorie, persone sconvolte dall'improvviso risorgere dei morti.
Ora il cibo comincia a scarseggiare, i non morti gementi si accalcano alle mura del villaggio, e i primi segni di malattia hanno fatto comparsa tra i più denutriti. A peggiorare la cosa, tra i rifugiati c'è un gruppo di mercenari conosciuti come Le Fruste di Spine che hanno occupato la torre del capo clan, e tengono il villaggio sotto un giogo di crudeltà e terrore. La situazione è disperata e necessita un'iniziativa di qualsiasi tipo. Da 22 giorni, nessuno si è fatto vivo dalle altre città, neppure le guardie che di solito battevano l'area per tenerla al sicuro da belve e mostri dei picchi più remoti. Se l'infezione si sposta ancora più in alto, non è difficile pensare che umanoidi o peggio potranno riversarsi a valle.

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