Gregor Lucas (Extraplanare, 552 CY - ) è una figura tetra e terrificante, l'Alto Patriarca di Nerull, nelle Flanaess.
Non per i Giocatori
I primi anni
Gregor Lucas naque quarantaquattro anni fa sul mondo di Mystara e più precisamente a Jortan nell'arcipelago delle isole Ierendi.
Crebbe in una famiglia molto ricca di Mastri Librari che guadagnavano le proprie fortune nella rilegatura e nella catalogazione di centinaia di tomi nonché propietari di una biblioteca privata molto conosciuta in tutta Mystara.
L'infanzia lo portò a rinchiudersi in questi corridoi stracolmi di libri per estraniarsi completamente dal mondo esterno; il mestiere del padre e della madre era per lui lo svago che ogni altro bambino trovava invece nel correre all'aria aperta o combattere con spade di legno oppure giocare a nascondersi nei campi di grano.
I tomi da lui restaurati tornavano come nuovi, imparò a dare una valutazione sia per quanto riguarda il costo che per quanto riguarda l'età ad un libro…e poi la trascrizione, questa era la sua più grande gioia, passava ore a scrivere e copiare a lume di candela tutta la notte a discapito di una sana e rinvigorente dormita.
Una notte mentre era al lavoro sull'ultima pagina di un tomo senti delle voci provenire dalla camera da letto del padre, prese la candela e fece il tragitto che lo portava fino alla stanza.
Vide tre individui mascherati che avevevano imbavagliato e legato su una sedia suo padre.
Uno di questi si girò e con un balzo felino fu su Gregor.
Gregor era terrorizzato, non capiva, si guardò attorno e vide sul letto più lontano la prostituta che frequentemente veniva a trovare il padre in un lago di sangue, un urlo uscì dalla sua bocca ma venne strozzato sul nascere da un potente pugno nello stomaco.
Il capo del gruppo tirò fuori una lama e scivolò dietro la sedia in cui era legato il padre che piangeva e guardava Gregor scuotendo la testa.
Gregor urlò una seconda volta e l'individuo che lo teneva stretto gli sussurrò nell'orecchio:
“Non vuoi vedere il paparino che muore? Bene…”
Senti un dolore allucinante nella gamba sinistra e quando abbasso lo sguardo prima di svenire dal dolore vide un pugnale piantato fino all'elsa nella sua coscia.
Si svegliò aprendo piano gli occhi, era ancora seduto accorgendosi che tra le mani aveva qualcosa: la testa del padre…che aveva ancora gli occhi aperti e sembrava guardarlo.
La stanza era stata messa al fuoco e lui stesso non aveva molto tempo se voleva sopravvivere; a fatica tolse il pugnale dalla sua gamba che nel periodo in cui era svenuto dal dolore aveva perso veramente molto sangue; si alzò e zoppicando uscì.
L'intera biblioteca era stata incendiata.
Zoppicò fino alla libreria privata di famiglia dove spostato un libro aprì una porta che dava in un cunicolo che proseguiva nel buio e nell'umidità per circa un chilometro e che sbucava sulla terra ferma accanto ad una palma, ora comprendeva perchè il padre gli aveva costruito e preparato una via di fuga anni prima quando invece non ne capiva l'utilizzo e il bisogno.
Da questa libreria prese uno scrigno che suo padre gli aveva sempre severamente proibito addirittura di toccare e che conteneva un tomo particolarmente cupo e tetro (Il libro delle fosche tenebre)
Uscito da questo passaggio segreto si ritrovò nella notte più buia che avesse mai visto e sembrava ancor più buia per la solitudine e il dolore che provava.
Aveva soltanto dieci anni e tutte le certezze della sua vita erano morte…crollate…era stato privato della sua stessa vita senza saperne neanche il perchè.
Doveva al più presto voltare pagina, rinascere e capire.
Si appoggiò a questo albero con la schiena, seduto a terra, con lo sguardo fisso sul rogo all'orizzonte che divorava casa sua.
Non chiuse occhio tutta notte ma ebbe un'idea…
La memoria gli venne in soccorso riportandogli alla luce una desrizione che aveva letto due o tre anni prima.
Questa descrizione parlava di un luogo a nordest sulle montagne dove era stato eretto un monastero che ospitava gli orfani ed insegnava la disciplina e l'arte nel combattimento.
Viaggiò giorno e notte sfruttando la stagione favorevole cercando di curare al meglio la ferita alla gamba che gli provocava dolori atroci.
Viaggiò per settimane…
Una notte di fine estate arrivò davanti al monastero che per giorni aveva sognato ma crollò per la stanchezza e il dolore alla gamba.
Dopo tre giorni si risvegliò su di un soffice letto ed un anziano uomo sopra di lui, magro e piuttosto basso dai sottili baffi e completamente calvo lo guardava con i suoi piccoli occhi scuri.
Era intento con un panno umido a togliere il sudore dalla fronte di Gregor.
<Io sarò tuo maestro, mentore e padre. Niente domande, solo rispetto e disciplina, mi hai capito?>
Gregor annuì senza fare domande, malgrado la giovane età capiva svariate lingue e non un significato di ciò che aveva sentito gli sfuggì.
Iniziarono un durissimo percorso assieme agli altri alunni orfani del monastero.
Allenamenti durissimi ed una vita regolare diedero una disciplina ed una volontà ferrea a Gregor.
Ma fisicamente Gregor, era più che svantaggiato, la ferita subita alla gamba lo rese zoppo e non potè praticare l'arte del combattimento al pari degli altri alunni.
Non fù un problema però perchè Gragor affinò una tecnica che impiegava solo la parte superiore del corpo.
Erano tutti stupiti nel vederlo muoversi tanto goffamente di gambe quanto agilmente di braccia.
Per questa sua tecnica non era prevedibile nelle mosse e spesso nei combattimenti aveva la meglio sul suo avversario.
Il maestro nelle pause pomeridiane camminava per i giardini del monastero ascoltando storie che Gregor stesso raccontava da ciò che aveva letto negli anni alla biblioteca di famiglia.
Aveva svariate doti che ragazzi della stessa età nemmeno si sognavano ma aveva anche qualcosa dentro che stava crescendo e che un giorno sarebbe stato diventato un problema.
Gregor aveva un lato oscuro che sempre più difficilmente riusciva a frenare; i casi della vita portano chiunque ad avere un evoluzione o un involuzione. Gregor ebbe più che altro una forte involuzione che lo portò ad isolarsi da tutto e da tutti, il suo ego cresceva a dismisura ed era perfettamente conscio che un giorno in molti si sarebbero inchinati davanti a lui e che la storia lo avrebbe ricordato nei secoli.
Gli altri allievi ben presto lo emarginarono.
Questo suo lato oscuro aumentava ormai di giorno in giorno e spesso la notte sentiva una voce sussurrargli nel cervello; una voce tetra e tentatrice, di odio e di vendetta…
Ciò che successe a lui doveva succedere ad altri…ma per questa volta per mano sua.
L'odio crea l'odio e la morte crea morte, fredda e priva di sentimenti non guardando in faccia a niente e nessuno.
Ora Gregor ne sarebbe diventato il suo araldo.
Cosciente di aver imparato l'arte, aveva “l'arma” tra le sue mani per poter ottenere ciò che voleva.
L'ambizione di elevarsi ad uno stato superiore agli altri dispensando morte e terrore era il suo “credo”.
Un giorno durante un allenamento mentre il Maestro parlava e tutti gli allievi seduti, Gregor si alzò e si mise di fronte al suo mentore indicandolo con l'indice e con un tono intimidatorio disse:
<La tua esistenza è finita, ora ti parlo non più come tuo allievo ma come tuo esecutore e signore… la tua vita sarà mia!>
Il Maestro era coscente che il suo momento era arrivato, una strana forza muoveva Gregor, sapeva che questo suo allievo era cresciuto a tal punto che lui stesso non sarebbe riuscito a fermare, inoltre la tecnica del giovane era diventata un problema anche per lui.
Gregor sollevò un pugno al cielo, aprì la mano e attirò l'attenzione di tutti sul suo palmo che cominciò ad emanare energia vorticante attorno ad essa.
Il maestro chiuse gli occhi come ad aspettare l'imminente morte, cosa che accadde un istante più tardi.
Il palmo partì dalla posizione in cui era ad una velocità tale da lasciare tutti increduli per finire sul petto del Maestro che strabuzzò gli occhi dal dolore per poi accasciarsi per terra.
Gli allievi scattarono in piedi terrorizzati andando a soccorrere il maestro disteso al suolo in preda agli spasmi, ma Gregor non si preoccupò minimamente di loro e cominciò a camminare verso l'uscita zoppicando un passo dietro l'altro.
Uno di loro, quello che aveva il rango più alto dopo il maestro tuonò:
<Pazzo, ti pentirai ora e per sempre di ciò che hai fatto…>
Scattò in piedi con un balzo fulmineo pronto a colpire Gregor…ma cadde al suolo tenendosi entrambe le mani attorno al collo.
<…stupidi esseri minori, siete già tutti morti…> ribatté una voce bassa e tenebrosa che si allontanava verso l'uscita in una camminata trionfale.
Caddero tutti come delle mosche, erano stati avvelenati sapientemente dal loro giovane compagno dalla pelle color ebano che era stato al turno di preparazione del cibo dell'intero monastero dalle prime ore del mattino.
Con la faccia appoggiata al suolo un ultimo allievo vide un ragazzo,un uomo o forse la stessa reincarnazione della morte zoppicare verso la luce che filtrava dal portone fermarsi alcuni istanti per poi uscire senza alcun rimorso.
La maggiore età…
Scese dalla montagna tra mille pensieri nei giorni seguenti; aveva solo sedici anni e capiva che la sopravvivenza in quelle terre era difficile.
Anche se la sua tecnica era sopraffina e poteva passare anche svariati giorni senza mangiare per il rigoroso allenamento e disciplina che aveva ricevuto, in fondo aveva vissuto in un luogo inattaccabile come il monastero e prima ancora in una biblioteca.
Si sentiva preda ed era uno status che voleva togliersi di dosso al più presto.
Voleva andare in città per crescere e completarsi, eliminare le sue paure ed incertezze.
Arrivò a Specularum dove prese una stanza nella taverna del quartiere più povero chiamata “L'impiccato” per poi spostarsi il giorno seguente nel quartiere vicino all'arena chiamata la “Locanda del Buon Riposo”.
Locanda in cui conobbe quello che sarebbe diventato il suo più grande amico e confidente; un ragazzo andato a studiare l'arte del Ninjutsu e sposare la causa della propria divinità Neel nell'oriente più lontano tra i maestri….il suo nome era Max Rey… ed ora era tornato per cercare i più acerrimi nemici di Neel i seguaci di Loan, la scuola opposta.
I due avventurieri accettarono i compiti più disparati offerti loro in città, facendosi in poco tempo conoscere.
Allo stesso tempo aumentarono anche i nemici e coloro volevano le loro teste.
Qui in locanda conobbero l'elemento che completò il gruppo un giovane guerriero che combatteva nell'arena di Specularum, il suo nome era John Fire, soprannome che aveva acquisito dagli altri gladiatori per il suo modo nel combattere senz'armi, solo con il suo corpo e la sua armatura piena di spuncioni, indemoniato quasi avesse preso fuoco.
Max e Gregor convinsero il giovane guerriero nel lasciare l'ambiente malamente retribuito dei combattimenti per ricchezze ben più grandi, viaggi e avventure fantastiche.
Nelle cave a nord si diceva che erano piene zeppe di tesori e creature mitiche.
Max e Gregor volevano percorrere questa strada e John Fire era il benvenuto se solo avesse voluto.
John Fire accettò, e uscì dal giro delle scommesse clandestine e degli incontri truccati dell'arena senza perdere il giorno che gli fu imposto.
Decise di fuggire, ma fuggì senza mai aver perso.
Decise di fuggire quella stessa sera e sapeva che Gregor e Max sarebbero stati al suo fianco.
Scapparono a Nord e più precisamente a La Soglia dove la loro fama non era ancora arrivata.
Questa città assai più piccola di Specularum offriva loro vantaggi più pratici.
La loro base da quel momento fu la taverna “Il Pugnale d'Argento” dove, con le ricchezze accumulate presero una stanza pagando in anticipo un'intero anno…
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Background di Gregor Lucas (non per i giocatori)